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salta l'esplora

Temi dell'attività Parlamentare

Immigrazione clandestina
Gli interventi legislativi sul contrasto all'immigrazione clandestina sono stati in prevalenza di iniziativa del Governo che ha approvato un insieme di misure nell'ambito del "pacchetto sicurezza". Le Camere hanno esaminato tali misure apportandovi diverse modifiche. Nell'agosto 2008 l'Italia ha concluso un accordo con la Libia, ratificato dal Parlamento, che prevede la collaborazione tra i due Paesi nella lotta all'immigrazione clandestina. Nel 2010 si è conclusa una regolarizzazione dei lavoratori occupati nelle attività di assistenza personale e del lavoro domestico.
informazioni aggiornate a martedì, 26 luglio 2011
Immigrazione e "pacchetto sicurezza"

I due provvedimenti principali del pacchetto sicurezza, il decreto-legge 92/2008, convertito dalla legge 125/2008, e la legge 94/2009 recante disposizioni in materia di sicurezza pubblica, dedicano ampio spazio alle disposizioni volte a contrastare l’immigrazione illegale e a fare fronte a questioni di ordine e sicurezza pubblica connesse con il fenomeno migratorio.

Fanno parte del pacchetto anche:

  • la legge 85/2009 recante ratifica ed esecuzione del Trattato di Prum sulla cooperazione transfrontaliera a fini di contrasto del terrorismo, della criminalità e della migrazione illegale;
  • tre schemi di decreto legislativo rispettivamente in materia di ricongiungimento familiare, diritto di asilo e libera circolazione di cittadini comunitari, i primi due dei quali poi emanati;
  • una dichiarazione di stato di emergenza volta a far fronte alla situazione di criticità in Campania, in Lombardia e nel Lazio, poi estesa anche al Veneto e al Piemonte, per la presenza di insediamenti di stranieri irregolari e di nomadi.

Le numerose modifiche apportate da questi provvedimenti alla normativa vigente riguardano vari aspetti delle politiche migratorie, dal diritto dell’immigrazione (l’insieme delle regole e delle procedure relative alla gestione complessiva dei flussi migratori e le sanzioni alle violazioni di tali regole), al diritto all’integrazione (comprendente l’estensione, per quanto possibile, ai migranti dei diritti propri dei cittadini). Tuttavia, gran parte degli interventi nascono dall’urgenza di affrontare i problemi di sicurezza ricondotti al fenomeno migratorio.

Il Parlamento ha altresì dibattuto sulle questioni dell’immigrazione e dell’asilo in occasione di un’informativa del Ministro dell’interno (Senato, seduta del 25 maggio 2009) che ha fornito informazioni sui respingimenti di immigrati clandestini nel Mediterraneo avvenuti nei giorni precedenti.

Il permesso di soggiorno

Una prima serie di disposizioni riguarda l’ingresso e il permesso di soggiorno dei cittadini non comunitari.

La legge sulla sicurezza (legge 94/2009) rende più restrittive le condizioni per l’ingresso in Italia, che è consentito solo in assenza di condanne penali, anche non definitive, per gravi reati.

Il medesimo provvedimento richiede:

  • il versamento di un contributo (tra gli 80 e i 200 euro) per il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno;
  • l’esibizione del permesso di soggiorno per chi intenda sposarsi, ottenere licenze o autorizzazioni, accedere a pubblici servizi (eccettuate le prestazioni scolastiche obbligatorie e quelle sanitarie).

È stata invece eliminata dal Parlamento l’abrogazione della disposizione (che pertanto rimane in vigore) secondo cui l’accesso alle strutture sanitarie dello straniero irregolare non può comportare la sua segnalazione all’autorità.

Alla richiesta del permesso di soggiorno, l’immigrato deve poi sottoscrivere un accordo di integrazione (in proposito si veda anche il tema Cittadinanza e integrazione degli stranieri. Per i soggiornati di lungo periodo il rilascio del permesso è subordinato al superamento di un test di conoscenza della lingua italiana.

Le sanzioni penali

Varie disposizioni aggravano le sanzioni per infrazioni connesse con l’immigrazione, o creano nuove fattispecie criminose.

Di particolare rilievo il reato di ingresso e soggiorno illegale, introdotto dalla legge sulla sicurezza.

Inoltre, la legge 94 introduceva una nuova circostanza aggravante comune, che comportava l’aumento della pena fino ad un terzo, se il reato fosse stato commesso da soggetto che si trovasse illegalmente sul territorio nazionale (mod. art. 61 c.p.); la Corte costituzionale ha dichiarato l’incostituzionalità di tale disposizione in quanto il rigoroso rispetto dei diritti inviolabili implica – secondo la Corte - l’illegittimità di trattamenti penali più severi fondati su qualità personali dei soggetti che derivino dal precedente compimento di atti del tutto estranei al fatto-reato (Sen. 5 – 9 luglio 2010, n. 249).

In proposito si rinvia al tema Sicurezza - Profili penali.

L'espulsione

Sono ridefinite anche le regole relative all’espulsione: la legge sulla sicurezza da un lato rende più stringente il rispetto del principio per cui l’espulsione deve essere eseguita di norma con l’accompagnamento forzato alla frontiera e solo in casi ben precisi con il foglio di via; dall’altro reca una complessiva riformulazione dei reati legati all’inottemperanza all’ordine di lasciare il territorio dello Stato.

È istituito un Fondo rimpatri per finanziare le spese di rimpatrio degli stranieri verso i Paesi di origine o di provenienza.

Inoltre, il sindaco può segnalare alle competenti autorità, giudiziaria o di pubblica sicurezza, la condizione irregolare dello straniero, per l’eventuale adozione di provvedimenti di espulsione.

Si segnala che è in corso di esame parlamentare il decreto-legge 89/2011 che recepisce la direttiva 2008/115/CE (direttiva rimpatri) apportando modifiche ed integrazioni al testo unico in materia d’immigrazione (si veda in proposito il tema Libertà di circolazione dei cittadini comunitari e rimpatrio di cittadini di Paesi terzi irregolari).

L'accordo con la Libia

Il trattato Italia-Libia, ratificato dal Parlamento con la legge 7/2009, prevede il rafforzamento della collaborazione tra i due Paesi nella lotta al terrorismo, alla criminalità e alla immigrazione clandestina, attraverso la creazione di un sistema di controllo delle frontiere terresti libiche e il pattugliamento congiunto in mare con equipaggi misti e mezzi messi a disposizione dall’Italia.

I centri di identificazione ed espulsione

I centri di permanenza temporanea e assistenza (CPTA), dove sono trattenuti gli stranieri in attesa di espulsione, sono stati ridenominati centri di identificazione ed espulsione (D.L. 92/2008); per rispondere al grande afflusso di immigrati clandestini sono stati stanziati fondi per l’ampliamento e il miglioramento dei centri (D.L. 151/2008).

L’iniziativa è volta anche a far fronte al prolungamento del periodo di trattenimento degli stranieri nei centri, che passa da 60 a 180 giorni. L’aumento della permanenza dei centri anticipa una disposizione prevista dalla direttiva europea rimpatri, da attuare entro il 2010, che ridisciplina le modalità di espulsione degli immigrati.

La regolarizzazione

Il decreto-legge "anti-crisi" ha previsto la possibilità di regolarizzare i lavoratori occupati irregolarmente nelle attività di assistenza personale o del lavoro domestico (decreto-legge 78/2009, convertito dalla legge 102/2009, art. 1-ter). L’intervento riguarda sia i lavoratori stranieri (con o senza permesso di soggiorno) che i lavoratori italiani.

Dal 1° al 30 settembre 2009 i datori di lavoro hanno potuto presentare una dichiarazione di emersione, previo pagamento di un contributo forfetario di 500 euro per ciascun lavoratore. Secondo i dati del Ministero dell'interno sono state presentate quasi 300.000 domande.

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