* Home * Articoli * Articoli * Made in Italy e made in China, made insieme * 008 -- -- Scritto da (A cura di) FRANCESCO RUTELLI il 07 Marzo 2017. Articoli Made in Italy e made in China, made insieme -- Francesco Rutelli, presidente del Forum Culturale Italia-Cina -- L’apertura del Forum culturale tra Cina e Italia, fortemente voluto dai due Governi, richiede da parte nostra un forte e sincero ringraziamento al Governo cinese, e in particolare a S. E. il vice-ministro Ding Wei, per l’eccellente organizzazione ed accoglienza. Il Forum, istituito nel -- -- Chi scrive ha avuto l’onore di firmare l’Accordo di cooperazione tra le città capitali, Roma e Pechino. Non si può guardare a quell’esperienza di venti anni fa, senza vedere il nostro mondo così profondamente cambiato. Eppure, se la Cina ha compiuto straordinari progressi sulla scena internazionale, e l’Italia ha consolidato il suo ruolo come nazione tra le più vitali al mondo, una cosa non è cambiata: è la nostra profonda, e autentica, amicizia.  -- -- internazionale debbono contrastare con unità e fermezza - non pochi puntano su paure, barriere, divisioni.  Noi vogliamo puntare su responsabilità e soluzioni condivise. Vediamo un’ispirazione comune tra Italia e Cina basata sulla capacità di apprezzare gli insegnamenti di chi ci ha preceduto. «Un testo classico–ha scritto Machiavelli–è un testo da cui si possono estrarre idee nuove». Era vero nel Rinascimento; è vero ancora oggi. -- -- un’Italia che è meravigliosa nelle sue città, nei suoi paesaggi, nel suo patrimonio materiale ed immateriale, e nelle sue produzioni contemporanee: è aperta agli investimenti e alle collaborazioni con la Cina. Vorremmo mettere in comune le generazioni propense ad una globalizzazione non ingiusta, ma governata da quei valori che vogliono ridurre le diseguaglianze e far crescere, in Oriente come in Occidente, le rispettive classi medie, e quelle in sofferenza. -- -- globalizzazione non ingiusta, ma governata da quei valori che vogliono ridurre le diseguaglianze e far crescere, in Oriente come in Occidente, le rispettive classi medie, e quelle in sofferenza. In Cina, vorremmo veder crescere le partnership nei settori culturali e creativi con l’Italia. Della nuova Via della Seta noi siamo pronti a far parte, come di quella storica. Nel mondo che cambia, le grandi dinamiche di dimensione, popolazione e crescita economica inducono la -- -- creativi con l’Italia. Della nuova Via della Seta noi siamo pronti a far parte, come di quella storica. Nel mondo che cambia, le grandi dinamiche di dimensione, popolazione e crescita economica inducono la Cina a sviluppare una nuova diplomazia pubblica, una nuova diplomazia culturale. L’Italia può esserne un partner strategico.  Sappiamo, come scrisse lo storico romano Cassio Dione, che «i radicali rinnovamenti richiedono sempre molto tempo e una grande