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Lo troviamo scritto su moltissimi degli oggetti che utilizziamo tutti i giorni, è un’etichetta che ci informa della provenienza di quei prodotti. Lo stesso tipo di indicazione, riferita però a un altro luogo, è stata ritrovata su un manufatto orientale che, per secoli, è rimasto sul fondo del Mar di Giava per poi essere riportato alla luce negli anni ’80. Ora nuovi metodi di analisi hanno permesso agli scienziati di raccontare la storia di questa ceramica. Più di trent’anni fa alcuni pescatori trovarono il relitto di una nave nel Mar di Giava, al largo della costa indonesiana. Probabilmente, secoli prima, quel mezzo di trasporto era affondato, portando con sé un carico costituito da migliaia di ceramiche e beni di lusso destinati al commercio. Per molto tempo gli archeologi si sono dedicati allo studio di questo tesoro, per capire provenienza e destinazione dell’imbarcazione. Come primo indizio una specie di etichetta, simile all’attuale “Made in China”, una iscrizione che conteneva l'indicazione "Jianning Fu" su un pezzo di ceramica, per cominciare a capire in quale periodo della storia cinese si posizionasse il naufragio. Il contenuto della nave doveva essere stato prodotto a Jianning Fu, un distretto governativo cinese che, dopo l’invasione dei Mongoli - nel 1278 - fu riclassificata come Jianning Lu. La piccola modifica del nome ha permesso agli archeologi del Field Museum di Chicago, che si occupano di questo ritrovamento, di stabilire un termine ante quem per l’affondamento dell’imbarcazione, sicuramente antecedente alla seconda metà del XI secolo. Per potere ottenere informazioni cronologiche più precise si è passati alla datazioni. Non essendo possibile applicare la termoluminescenza a causa del luogo di ritrovamento dei reperti (l’acqua non è amica di questo tipo di analisi), gli scienziati hanno adoperato il radiocarbonio per ricavare l’età di zanne di elefante (usate in ambito medico), incensi e resine presenti nel carico trasportato. Le prime datazioni attestavano un’età compresa tra 700-750 anni ma le nuove tecniche analitiche adoperate, i cui risultati sono stati pubblicati sul Journal of Archaeological Science: Reports, dimostrano che il relitto è, in realtà, più vecchio: le nuove datazioni mediante Carbonio-14, insieme all’analisi stilistica delle ceramiche e alla collaborazione con esperti dell’Estremo Oriente, hanno permesso agli studiosi di affermare che l’imbarcazione è affondata 800 anni fa. Una “piccola” differenza di età che però, in quel dato periodo storico, diventa cruciale per raccontare un frammento di storia cinese. Lisa Niziolek, archeologa e autrice dell’articolo, ha spiegato che in quegli anni i mercanti cinesi avevano iniziato a sfruttare le rotte marittime, divenendo più legati a quest’ultime rispetto a quelle continentali della Via della Seta. L’affondamento della nave risale, quindi, a un’importante fase di transizione. In questo caso un’etichetta, simile all’attuale - spesso disprezzata - dicitura ”Made in China”, ci ha aiutato a scoprire parte dell’affascinante storia della civiltà orientale. Immagine di copertina: base di un recipiente in ceramica recuperata dal relitto del Mar di Giava con una iscrizione in cinese che fa menzione di un luogo, Jianning Fu, databile tra il 1162 e il 1278 a.C. Credits: (c) The Field Museum, cat. no. 344404. Photographer Gedi Jakovickas * tweet-1 * share-1 * share-1 * plus-1 * pin-1 Tag: * ceramiche * datazioni * termoluminescenza * radiocarbonio * archeologia Alessia Colaianni Alessia Colaianni Giornalista pubblicista, si è laureata in Scienza e Tecnologia per la Diagnostica e Conservazione dei Beni Culturali e ha un dottorato in Geomorfologia e Dinamica Ambientale. Divulga in tutte le forme possibili e, quando può, insegna. Ultimi da Alessia Colaianni * Caviale: non solo sulle tavole natalizie * Quando l’archeologia usa i big data * Antonio Cederna: una Story Map per raccontare i suoi paesaggi * Si stava meglio quando si stava peggio? 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