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Made in China

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14 dicembre 2017 - 16 febbraio 2018
Marco Bertìn espone opere coloratissime realizzate con migliaia di giocattoli ed un enorme polittico work in progress da 32 metri quadri.
Da 5 anni l'artista raccoglie e compra tutti i giocattoli di foggia occidentale, solo se rigorosamente “Made in China”, per realizzare opere dal cuore etico.
Agire con Responsabilità Sociale e attenzione ai temi scottanti della società civile è la caratteristica indispensabile che ogni artista coltiva per appartenere al Movimento Arte Etica, protagonista del progetto biennale di 8 mostre pubbliche all'avanguardia, organizzate da ARTantide.com Gallery per i pluriennali programmi culturali, ormai tradizionali, all'Ospedale Civile di Sassuolo.
Marco Bertìn sta lavorando a questo progetto da 5 anni e il suo impegno è ancora in pieno svolgimento; egli raccoglie e acquista tutti gli oggetti che rappresentano le simbologie occidentali (religiose, sociali, ludiche e commerciali), ma che siano tutti costruiti in Cina: da qui nasce il titolo della mostra, “Made in China”.
Il suo obiettivo educativo è quello di attirare l'attenzione del visitatore sui limiti del Consumismo, analizzando in modo critico le conseguenze che il marketing (motore di questo modello economico) comportano. Nel suo Manifesto Etico (Il Mercato Creativo) suscita riflessioni critico-costruttive sul Consumismo, analizzando il meccanismo psicologico che sta alla base dello sviluppo dei consumi: la creazione di infelicità per ciò che si possiede (al fine di suscitare interesse per nuove cose che ancora non si possiedono).
L'utilizzo proprio dei giocattoli, pone in evidenza come le strategie del marketing siano oggi molto aggressive con i bambini e i ragazzi, abituandoli a desiderare sempre nuovi oggetti ludici (bombardandoli di messaggi pubblicitari durante i loro programmi preferiti e attraverso i social più utilizzati) per poter crescere nuove generazioni di consumisti acritici.
Ma perchè proprio “Made in China” (sarebbero bastati giocattoli di qualunque provenienza)?
Il motivo sottolinea la genialità di Marco Bertìn, capace di approfondire i temi analizzandoli da tutti i punti di vista, che, con questa scelta rigorosa, mette in luce come il Consumismo prosperi attuando un secondo meccanismo, che inevitabilmente produce infelicità: quello per cui non si da valore a quello che si fa!
Infatti gli operai cinesi, protagonisti passivi della produzione a basso costo, vengono scelti dalle aziende occidentali per la convenienza dei costi, imponendo loro di costruire oggetti che non rappresentano in nessuna maniera la loro cultura e che non consentono, in regime di sfruttamento economico, di conseguire nessuna soddisfazione nel proprio lavoro.
La mostra “Made in China”, spettacolare e colorata, spinge i visitatori a riflettere sullo sviluppo di una maggiore consapevolezza critica verso i mercati, acquisendo conoscenza sui meccanismi di produzione e sulla forza propulsiva e persuasiva della propaganda del marketing moderno, spronandoli ad educare se stessi e le nuove generazioni ad una migliore autodifesa verso gli attacchi seducenti del Consumismo, formando una propria capacità autonoma di scelta (e di conoscenza delle sue conseguenze).
La mostra appartiene ai progetti del Movimento Arte Etica ed è organizzata da ARTantide.com Gallery e curata da Sandro Orlandi Stagl.
La mostra propone un enorme polittico, in continuo progresso, di cui si espongono qui 32 metri quadri, alcune fotografie di grandi dimensioni molto spettacolari, un'originale installazione site-specific e decine di piccole opere realizzate da Marco Bertìn scegliendo alcuni dei giocattoli modificati e trasformati in piccole opere d'arte, tutte esposte negli spazi dell'Ospedale dal 14 dicembre 2017 al 16 febbraio 2018.

Mostra realizzata in Collaborazione con l'Ospedale Civile di Sassuolo, Volontariarte, con il patrocinio dell'Unione Comuni Distretto Ceramico e con il supporto di Dussmann.