QUOTE(fullerenium2 @ Feb 11 2017, 10:30 PM)
E per che si dovrebbe rompere un AFD? È tutto meccanico, vetro ed ingranaggi. Elettrica molto molto poca.
Se poi si rompe un AFS, si romperà un Canon, un Sigma, un Tamron, un Sony e tutti quelli che montano motori interni in tutte le loro declinazioni. Quindi nessuno è escluso.
Solo i MF potrebbero salvarsi sempre che lasciati sotto il sole non si scolli qualche doppietto o qualche fungo trova terreno fertile per proliferare.
Ma alla sfiga non si comanda e spesso non è un evento raro.
Però scegliere un obiettivo manuale solo perché durerà più a lungo ma nel frattempo ci siamo persi la corsa di un bambino perché stavamo cercando di mettere a fuoco, beh mi pare un po' eccessivo. Ed io sono uno di quelli che ha più obiettivi manuali che AF.
Gli AF sono tutti vulnerabili, ci mancherebbe, da Nikon a Sony a Sigma a Zeiss! I problemi sono:
1) Parti meccaniche lubrificate e autolubrificate che si deformano sotto il peso/sforzo delle lenti (specie in macro, zoom e cannoni) e con il calore (scorrimenti plastici);
2) Motori rotti (in caso di deformazioni gli attriti vanno alle stelle, poi usura delle rotelline di trascinamento).
3) Struttura in policarbonato che si deforma diversamente dalle parti metalliche e ottiche con tilt del piano focale e simili amenità, pure difficilmente giustificabili);
4) Deformazioni che creano pressioni sulle lenti a bassa tolleranza (il mio 20 AFD) con spostamenti di lenti sottili e crack dei doppietti spessi;
5) Usura delle camme (definitiva per tanti zoom).
6) Rottura parti elettroniche (minima per le CPU, alta per piattine, contatti striscianti, relais, interruttori e commutatori).
In più ci sono i danni "soft" riparabili, polvere, olio sulle lamelle e grasso sugli elicoidi e quelli irreparabili per tutti, a partire dai funghi, fino a cadute con deformazioni tali da richiedere ricostruzioni non convenienti.
Gli AFD mancano del motore, hanno struttura più compatta e robusta e meno tolleranze laterali, specie sui tele, ma gli zoom che ho visto sono tutti andati in revisione dopo una decina d'anni, gli AF sono raramente a posto, per interpolazione ottieni i miei valori. Se non te li riparano...
MF come Samyang sembrano invece più stabili (costruzione assiale e simmetrica, spessore elevato, lenti sottili e in media poco curvate), certo non sono AIS veri (il 55/2.8 è in lega, però..., e ne ho visti diversi con i tubi interni grippati) o ZF vari.
I manuali possono uscire di specifica (da soli) per pochi motivi, gli anelli elastici di montaggio delle lenti evitano scollamenti, il resto si ripara, a meno di non aver consumato elicoidi praticamente privi di grasso. Qualche ghiera allentata si trova comunque, ma più spesso la fine arriva per urti, funghi e corrosione montatura (l'alluminio...).
Proprio ieri paragonavo il Color Ultron Rollei/Voigt da 30-35 anni (ricuperato da un kit demolito, senza tappi, ma perfetto otticamente) e il mio SEL50F18F da battaglia (però va bene al primo e al secondo ordine sulla scala dei commerciali, ma non è lo stessa cosa a livello "leicista"...). Il primo è piano, sta in tolleranza, lamelle pulite, interno pulito, ghiera quasi perfettamente scorrevole (all'inizio avevo un lieve indurimento della camma in un punto, tipico degli Zeiss e Voigtlander). Se non prende urti il secondo, quanto camperà? Per lo meno manca di certe parti critiche dei Canikon. Lo stesso vale tra 20/1.8 G e ZF 18, ci voleva coraggio o necessità per prendere il primo, pur con una resa ben paragonabile.
Non è che non uso AF, specie sui tele, ma un AF veloce fa attriti e consuma potenza e quindi accelera l'exitus. Se noti, non prendo "fulmini di guerra", ma ottiche abbastanza demoltiplicate, sono anche migliori come resa pratica, in quanto non fanno "overshoot" nell'AF e riducono il rischio della "quantizzazione" del fuoco dovuta a ingranaggi e altro.
A presto
Elio